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BIO (ENG) 108 (Guido Bisagni) was born in Alessandria in 1978.
He is considered one of the most important exponent of Post-graffitism and neo minimal abstractism in Italy. He started his artistic research with an approach to traditional graffiti. At the end of the ’90, after having based in Milan in 1997 and his graduation in Industrial Design, his style evolve in forms and themes: he begins one of the first to use numbers and not letters as a name. His abstract and mysterious figures appear in abandoned places in the streets of Milan, Berlin, London, New York and Paris. He deals also with sculptures, sounds, paintings and installations in a lot of personal and group shows around the world. The main are the attendance to the 2007 Biennale di Venezia with his project Walls inside, in 2014 the Biennal of Urban Art in Moscow Artmossphere, in 2015 the big group show Mapping the City curated by Rafael Schacter at Somerset House of London, Milano – La famosa invasione degli artisti a Milano, at Antonio Colombo Arte Contemporanea, in 2017 Abstractism, Galleria Varsi, Rome, Dialogues, Galerie Celal M13, Paris, (Fra). And many other Italian and international personal exhibition: in 2012 Seventeen Dens – Ego Gallery, Lugano (Ch), in 2013 Crossroad #1- (double with Elzo Durt) – Doppelgaenger gallery, Bari, The thin mountain – The soft mountain – 999Contemporary, Rome, La manipulation de la form– Bienurbain, Besancon (Fra), in 2014 Passaggi Concreti– Studio d’Ars, Milano, Genius Loci – Sale d’Arte della Città di Alessandria, Alessandria, LAVA – Van Der, Torino, Solstizio d’Inverno – Studio Cromie, Grottaglie, in 2015 Antipodas – Dinamica Galeria, Buenos Aires (Arg), Svartans Orolighet – Nevven, Goteborg (Swe), 1010 + 108 = 1118 (double solo show) – Soon Switzerland (Ch), The Rite of Spring– Little Circus, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano, La forma dell’Ignoto – Ego Gallery, Lugano (Ch), in 2016 Di carne, di nulla (double show with Silvia Argiolas), Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano, in 2017 Post-Tradition (Double show with Giulio Zanet), Villa Casati Stampa di Muggiò, Muggiò, (MB), ABSTRACTR̶E̶A̶L̶I̶S̶M̶, Affenfaust Galerie, Amburgo, (Germany) 

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(ITA): Dall'enciclopedia Treccani (LINK): "108. - Pseudonimo di Guido Bisagni (n. Alessandria 1978). Storico esponente della scena italiana dell’arte urbana, laureato in disegno Industriale presso il Politecnico di Milano, è considerato uno dei primi e maggiori esponenti del post-graffitismo astratto a livello nazionale ed europeo. Si avvicina al mondo dei graffiti all’età di tredici anni, accedendovi dalla cultura punk-rock e dalla pratica dello skateboard piuttosto che dal più comune indirizzo hip-hop. I suoi interventi nelle strade di Alessandria si avvicinano in un primo momento allo stile americano più tradizionale, con qualche sperimentazione sulla via del tridimensionale proposto dalla scena svizzera e tedesca, per poi successivamente conoscere gli stili nordici più avanguardistici. Nel 1999, influenzato dal superamento dell’idea comune di graffiti operata dal mondo transalpino (André; Stak; Honet) abbandona il lettering tradizionale per dedicarsi a formule espressive più distintive e caratterizzanti, come sottolinea anche il passaggio allo pseudonimo 108, nome de-personalizzante derivato da una combinazione di interessi nelle filosofie orientali e nella geometria. Segni, simboli, materializzazioni astratte dalle sembianze organiche compongono il suo nuovo immaginario poetico e spirituale, nel cui concepimento subentrano contaminazioni di fonti differenti, dall’astrattismo delle avanguardie storiche alla causalità dadaista di H. Arp, dalla numerologia alla pittura primitiva. La componente sciamanica delle religioni orientali e la teoria dei colori di Kandinskij sono apporti fondamentali per costruire un discorso attorno a queste forme morbide, eteree e pesanti allo stesso tempo, non tanto nel verso del loro portato estetico, pur molto presente, quanto nella loro intimità universale. Dopo una prima fase caratterizzata dall’uso di pellicole adesive dalle accese tonalità gialle, l’artista di Alessandria trova una dimensione più propria nella completa dedicazione al nero, inteso come via maestra alla profondità introspettiva. L’utilizzo di vernice, rulli e la ricerca di luoghi estranei al contesto urbano, pareti di strutture abbandonate e muri solitari nel paesaggio naturale, individuano questa fase. In anni più recenti si situa un deciso ritorno al colore, sempre indagato nella sua imprescindibile componente simbolica. Fondamentale è, inoltre, il rapporto con la superficie e i luoghi di intervento, quest’ultimi osservati e interrogati come precise entità, quindi rispettati e mai “occupati”. In seguito alla scoperta delle composizioni sonore di L. Russolo, 108 allarga la sua sperimentazione anche al campo musicale sotto lo pseudonimo di Larva 108. Con l’ausilio di vecchi computer e strumenti acustici, trasporta l’inquietudine delle opere murali nella produzione di rumori e composizioni sonore disturbanti. Nel novero delle numerose personali e collettive, nazionali ed internazionali, assumono particolare risalto le partecipazioni alla fondamentale “Nusing” di Parigi (2004), la prima grande esposizione sul post-graffitismo europeo, e nel 2007 alla 52esima Biennale di Venezia."

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(ITA)
Testo di Helga Marsala per "Quando le statue sognano" - Museo archeologico Salinas - Palermo 2019.
"Cupo, spinto fino al grado zero, declinato in una chiave eclettica e radicale. Il linguaggio di 108 si nutre di astrazioni, suggestioni noise e dark, ispirazioni post-industrial. Sono imbevuti di atmosfere metropolitane e underground i suoi murales, le carte e le tele. Ma si portano dietro anche l’impronta di un’originaria passione per le avanguardie storiche: dall’astrazione armonica di Kandinskij, tra suono, linea e colore, al Suprematismo di Malevič; dall’arte dei rumori del futurista Luigi Russolo al Surrealismo organico di Hans Arp. Con questo bagaglio 108, al secolo Guido Bisagni, ha conquistato un posto d’onore sulla scena internazionale del muralismo post-graffiti, dipingendo in particolare fra aree industriali abbandonate: è stato uno dei primi ad aver portato nello spazio pubblico la pittura non figurativa, con l’intento di creare “caos visivo”. Elementi costitutivi di questo caos sono le grandi macchie nere spalmate in superficie, che appaiono come segni di una scrittura primordiale, reperti di un’archeologia del linguaggio e dell’immagine. E assomigliano a massi, forme organiche, monoliti pesanti, concentrazioni plumbee, ma anche a qualcosa d’immateriale: ombre, specchi d’acqua nera, porzioni di cielo notturno, il lato oscuro delle Idee e il timbro cavernoso della natura."

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(ENG) "After years during which 108 had entrusted his essential shapes exclusively to black, on the occasion of the new exhibition in the gallery's spaces the artist returns to the use of color: it's an instinctive evolution that sees it no longer only as a small rational component largely absorbed by the preponderant irrationality of his dark spots, but which now re-evaluates its sensitive qualities capable of bringing reality closer to the spiritual sphere, in a process strongly inspired by Huxley's writings concerning perception and by Kandinsky's color theory. Abstract but organic, these works avoid the laws of geometry and arise from chance and from the repetitions that govern nature; concise and yet perfectly eloquent, they also formally reflect the duality of their essence, as black is at the same time plenitude and emptiness, and in addition «it's externally the most toneless color, against which all other colors, even the weakest, sound stronger and more precise». Through an approach similar to the automatic one employed by surrealists or, even better, by mediums and shamans, 108 abandons the control of reason and entirely refers to the unconscious his all-encompassing artistic practice, which includes and combines various suggestions – above all, the Twentieth century avant-gardes, the primordial cults and popular traditions of his Piedmont, Eastern cultures and religions – but also his daily life and the absolute need to transcend it. As in a private ritual, or as during a lucid dream – in which one is aware that one is dreaming and therefore it becomes possible to control its narrative – through his art 108 invents and molds his surrounding reality, offering a privileged view on the dreamlike dimension that always shines through his works."
(Michela D'Acquisto for "Sogno Lucido" solo show 2019)

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(ENG) "As the street-art boom gained momentum during the early years of the twenty-first century, however, 108 found himself becoming increasingly dismayed by the often banal route it appeared to be taking. In contradistinction, he started to re-explore the abandoned buildings and factories in Alessandria that he had frequented during his youth. The combination of stark concrete walls and rationalist architecture he encountered there, together with the practical necessity of producing something both cheaply and quickly (a factor that had also inspired his use of adhesive stickers), led to the next stage in his artistic journey, what we might call 108’s “black period.”" 
(Rafael Schacter on His "World Atlas of Street Art and Graffiti")



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